Una delle linee guida della riforma del diritto societario è certamente rappresentanta dall'ampliamento delle sfere di autonomia, di autodeterminazione, dei soci. L'ampliamento è particolarmente vistoso nelle società a responsabilità limitata, per gli elementi di flessibilità e di "personalizzazione" che i soci possono introdurre in punto di strutture organizative e di forme decisionali, ma è notevole anche nelle società per azioni. L'autonomia privata, anche in queste società, può infatti governare profili rilevantissimi: dalla esistenza stessa del contratto sociale alla fondazione di figure di segregazione patrimoniale con separazione e concentrazione della responsabilità; dalla formazione del capitale sociale alla creazione di "tipi" differenziati di azioni e di titoli di debito, con riflessi anche sul piano dell'organizzazione; dalla scelta fra sistemi diversi di amministrazione e controllo all'uscita del socio dalla società. Le regioni che sono alla base di questa scelta del nostro legislatore sono note. Da un lato, vi è l'idea che, in questo modo, si perverrebbe ad assetti, nei singoli casi, più adeguati e più efficienti; e, dall'atro, vi è l'intento di favorire l'afflusso, nelle società, di capitali sia di credito che di rischio. Il tutto con l'obiettivo finale di accrescere il grado di competitività delle nostre società sia nel mercato interno sia in quello globale [...]