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La leggenda di Roma

La leggenda di Roma
IV. Dalla morte di Tito Tazio alla fine di Romolo

  • ISBN: 9788804634973
  • Editorial: Arnoldo Mondadori Editore
  • Lugar de la edición: Milano. Italia
  • Encuadernación: Cartoné
  • Medidas: 22 cm
  • Nº Pág.: 648
  • Idiomas: Italiano

Papel: Cartoné
38,07 €
Sin Stock. Disponible en 5/6 semanas.

Resumen

iamo, dunque, alla fine della leggenda sulle origini di Roma, quando Tito Tazio prima e Romolo dopo scompaiono dalla scena: ucciso, il primo, il Sabino, dai parenti inferociti di quegli ambasciatori di Lavinio che erano stati ammazzati da briganti amici di lui (ma il sospetto ricadde su Romolo, che poco dolore aveva mostrato per la morte dell'uomo che s'era associato nel governo); sparito, il secondo, dopo aver sconfitto Fidene e Veio, nel buio di un'eclissi o di un temporale: forse eliminato dai senatori irritati dal fare sempre più monarchico del fondatore, dalla sua arroganza tirannica; oppure asceso in cielo e divenuto un dio, Quirino: come Giulio Proculo dichiarò in pubblico gli avesse rivelato Romolo stesso, apparendogli dopo la morte sul Quirinale. Se «scomodissimo» fu per i Romani ricordare «il modo della nascita della città, fra inganni, uccisioni e gentaglia», non tanto più comodo deve essere stato per loro consacrare alla leggenda la fine delle origini. Il quarto volume della Leggenda di Roma porta a conclusione il grande lavoro di raccolta e interpretazione dei miti che i Romani stessi si sono tramandati per generazioni sull'inizio e i primi sviluppi della loro città: miti che costituiscono un aspetto essenziale della storia culturale, e perciò della storia tout court, dell'antica Roma. La sapiente architettura del volume ha però struttura circolare: perché dopo esser giunto alla fine di Romolo, esso ritorna al principio, alla fondazione, e ne elenca gli artefici secondo le fonti. Credevamo di sapere che Roma fosse stata fondata da un discendente di Enea, Romolo, con o senza Remo. Invece alcuni propugnarono un'origine autoctona: nell'Eneide è Evandro che stabilisce «la rocca Romana». Altri, sino al Medioevo, sostennero poi che il vero fondatore della città fosse Ulisse, o direttamente, collaborando con Enea, o indirettamente attraverso uno dei suoi figli: Telemaco (che sposò la figlia di Enea, Rome), oppure Romo o Romano o Latino, generati con Circe. La Leggenda di Roma si chiude con una domanda: quale fu il ceppo originario della città? Latino, troiano, greco, misto? La pluralità si addiceva certo alla città che accoglieva tutti e su tutti dominava, l'incertezza la rendeva enigmatica, misteriosa: divina essa stessa.

Co-editato con la Fondazione Lorenzo Valla.

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